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Sofia

Sofia Gambigliani Zoccoli, giovane studentessa di Medicina, fa parte del nostro consiglio direttivo, a dimostrare che il volontariato, sì, è anche giovane e competente!

Ci ha emozionato la testimonianza di Sofia su come si è avvicinata al mondo del volontariato e in particolare a Porta Aperta. La condividiamo con voi:
“È stata determinante una lezione del corso di malattie infettive. Il professore ci raccontava di come ha vissuto l’inizio tragico e spaventoso della comparsa dell’HIV. Era un giovane medico e si è dovuto battere per sfatare tutte le false credenze su questa malattia che poneva uno stigma indelebile sulle persone che ne erano affette. Definiva questa sua lotta come “la grande emergenza della sua generazione.

Allora mi sono chiesta: qual è l’emergenza della mia generazione? Per cancellare quale ingiustizia dobbiamo batterci? La risposta è arrivata spontanea seguendo i mass media, che mettevano al centro delle notizie il problema dei migranti.

Altrettanto naturalmente mi sono quindi avvicinata all’associazione Porta Aperta – spiega Sofia – che nella realtà modenese è un punto di riferimento per l’accoglienza e la cura delle persone in difficoltà.

Da qualche tempo faccio parte del consiglio direttivo di Porta Aperta, una organizzazione con tantissime iniziative al suo interno volte all’aiuto degli ultimi. A fine giornata – dice Sofia – capita di sentirsi come un nodo nel petto, tesi per tutto lo stress dato dallo studio, dalla competizione all’università e da rapporti non sempre facili.
Entro a Porta Aperta e questo nodo si scioglie, non sono più concentrata su me stessa e sui miei problemi ma ho l’occasione di pensare agli altri e di dargli aiuto.

Mi è rimasta impressa una frase di Ernesto Oliviero, sentita un capodanno di tre anni fa presso il Sermig (Arsenale della pace) di Torino: “il bene va fatto bene”.

È una concetto che molto spesso ci dimentichiamo, pensando ai più poveri come a persone di serie B a cui basta meno di quello che spetta invece a noi, portandoci ad essere superficiali e sbrigativi nelle opere di volontariato.

Questa frase è sempre lì a ricordarmi di dare il massimo, di fare del mio meglio per chiunque, indipendentemente da chi sia, anche se non è sempre facile ed automatico! Lo stesso spirito l’ho trovato nei volontari di Porta Aperta che mi hanno sempre dimostrato la voglia di rendere il loro servizio migliore”.

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