di Laura Solieri
“Sono entrata nel mondo del volontariato alcuni anni fa: collaboro con l’associazione Overseas e Progetto Dono di Spilamberto nell’ambito della cooperazione internazionale e mi occupo di attività relative al rapporto movimento e salute con l’associazione MèS di Castelnuovo Rangone e con il progetto MuoviCASTELNUOVO. E sono anche volontaria del Piedibus nel mio paese – racconta con un sorriso Patrizia che ha anche conosciuto Porta Aperta Modena un anno fa, partecipando al progetto di accoglienza emergenza freddo per le persone senza dimora – Non nascondo un certo timore iniziale fortunatamente smentito immediatamente! Avendone avuta la possibilità, ho aderito, ben volentieri, anche quest’anno: in particolare preparo e servo la colazione agli ospiti del residence “Le Costellazioni”, tre mattine ogni settimana, servizio temporaneamente sospeso in questo periodo legato al Coronavirus”.
Patrizia racconta che per lei, il servizio a Porta Aperta, è un’esperienza forte: “un’umanità dolente ogni mattina si presenta, pronta per affrontare una nuova giornata, probabilmente uguale alle precedenti, senza più sogni, senza futuro, ai margini, invisibile ai più. Ed ecco che quel bicchiere di latte caldo, un saluto, un sorriso, un “come stai?”, qualche battuta,compiono la magia. Il saluto chiama il saluto, il sorriso chiama il sorriso, il rispetto chiama il rispetto. Qualcuno a volte si ferma a chiacchierare, dopo mesi di occhi bassi e silenzio e ti racconta la sua storia.
A Natale ho regalato cioccolatini: davanti a me occhi da bambino, grati… Anche questo è accoglienza: ricevere un dono, sentirsi persone. Con queste persone sto bene: ogni volta ritorno a casa arricchita e grata di quello che ho e del luogo dove sono nata.
Quello che ho e la mia condizione non sono affatto scontati!Aiutare chi è in difficoltà, donare un po’ del proprio tempo fa bene a chi riceve e a chi dona. Apre il cuore e aiuta a dare un senso al proprio vivere. Si cambia la visione del mondo e si abbattono stereotipi e pregiudizi. In tempi nei quali siamo sollecitati alla paura e alla chiusura, bisogna aprirsi, abbattere muri e costruire ponti. Accogliere senza giudizio. Per questi motivi consiglio a tutti questa mia esperienza di volontariato e non mi stancherò di parlarne anche se incontro a volte, una certa diffidenza: l’immigrato, la persona in condizione di disagio fanno purtroppo paura.
Fortunatamente so che tantissimi sono i volontari che si adoperano per Porta Aperta e per altre realtà. Purtroppo non posso risolvere i problemi di queste persone ma se sarò riuscita a rendere la loro giornata più lieve, ne sarò molto felice. Mi rattrista il pensiero che tutti quanti , finita l’emergenza freddo, si ritrovino di nuovo per strada. Vorrei che potessero avere un’opportunità di riscatto per poter migliorare la loro esistenza sospesa.
Il mio agire è piccola cosa ma penso che se ognuno di noi si assumesse un pezzettino di responsabilità, senza voltarsi dall’altra parte, il mondo comincerebbe ad essere migliore.
Vorrei spendere due parole per gli operatori di Porta Aperta e la loro umanità: Laura, Oussama, Simon, Alessandro, Virna… E’ un grande piacere collaborare con queste persone speciali: sono in prima linea, un lavoro non facile. Ogni giorno imparo qualcosa. Ormai mi sento parte di questa comunità e spero in futuro di potere intensificare la mia collaborazione.
Da poco coinvolta dall’amico volontario Giuseppe Goldoni, ho anche iniziato a frequentare la mensa di Porta Aperta, al pranzo della domenica, con i bambini e i loro genitori che servono i pasti.
E’ un’esperienza straordinaria all’insegna dell’accoglienza, della solidarietà, dell’inclusione, del dialogo e della condivisione. I bambini sono meravigliosi! Con la loro spontaneità, il loro sorriso, senza pregiudizi, con entusiasmo, riescono a creare un clima sereno e gioioso. E’ un bell’investimento sul loro futuro di cittadini attivi, consapevoli e responsabili“.