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Parlare, ascoltare, strappare una risata: il volontariato a Porta Aperta per Elena

Lei è Elena Bernardelli, ha 54 anni e nella sua vita ha lavorato in importanti realtà multinazionali nell’area marketing e comunicazione. Fino allo scorso anno. Oggi, tra le altre cose, è una preziosa volontaria del nostro Dinuovo charity shop
e ci racconta la sua storia.

 

di Laura Solieri
 
«Il 6 marzo dell’anno scorso ho preso il mio aereo da Dusseldorf dove lavoravo e sono venuta a Modena dove abita mio marito per il weekend, pensando di riprenderlo la domenica sera come d’abitudine, ma quel weekend il mondo è cambiato e il lockdown mi ha impedito di continuare a viaggiare sia per lavoro che per piacere. A giugno ho anche chiuso il mio contratto di lavoro. Uno stravolgimento totale della mia vita, da super dinamica, impegnata e sempre a contatto con gente di vari paesi, lingue e culture a zero movimento, molto tempo libero e soprattutto, cosa più difficile da affrontare, zero o quasi contatti. Ecco che allora ho deciso di mettermi a fare del volontariato per impegnare al meglio parte del mio tempo libero».

 


Quando ha preso la decisione di fare volontariato, Elena ha chiesto informazioni in giro a un po’ di amici e conoscenti e tutti le hanno consigliato di rivolgersi a Porta Aperta.
«E così ho avuto la fortuna di conoscere questa splendida realtà, molto organizzata, attiva, formata da bellissime persone – sorride Elena – Quando mi è stato proposto di aiutare nel negozio, ho subito accettato con molto piacere, attratta più che altro dall’aspetto “moda e shopping”: mi piaceva l’idea di poter consigliare i clienti sull’acquisto di un abitino, piuttosto che una camicia o un paio di pantaloni. In realtà ho presto capito che l’aspetto più premiante è il capitale umano con cui si viene a contatto, multiculturale, multirazziale, multietà.
Mi piace molto l’idea di impegnare il mio tempo contribuendo a raccogliere fondi per l’associazione e contemporaneamente crescere a livello personale».
Per Elena, uno degli aspetti più critici della pandemia è la solitudine che questa situazione ha creato per molte persone. «Poter dedicare tempo a parlare, ascoltare, strappando a volte anche una risata con i molti e svariati clienti che entrano in negozio, al di là del consiglio sull’acquisto, è per me un aspetto molto importante in questo momento difficile per tutti».